venerdì 3 aprile 2020

Letteratura

#Step06
"Ma il libro non morirà mai"




"Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell'intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la "Divina Commedia", anche solo un'ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere.
Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designers si diano da fare, modificando qualche particolare, l'essenza del coltello rimane sempre quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per certe cose sarà sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai apparso sulla crosta della terra. Potete inventare un sistema di cambi sofisticatissimo, ma la bicicletta rimane quel che è, due ruote, una sella, e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed è un'altra faccenda."

Umberto Eco e Jean-Claude-Carrière con questa aperta dichiarazione d'amore verso la carta stampata ci ammoniscono di prestare attenzione a ciò che definiamo OBSOLETO: citando il noto semiologo «Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici: una volta che li avete inventati, non potete fare di meglio», cioè non tutto è destinato ad essere superato, vinto dal progresso, perché è già perfetto nella sua funzione e ogni tentativo di cambiamento finirebbe solo per snaturare l'oggetto in sé.
Il libro, nel caso specifico, ha in sé la sua funzione di tacita testimonianza del passato, di ambasciatore franco ed eterno di cultura non sottoposto a un controllo telematico e immune all'evolversi della tecnologia che in qualche anno non sarà più disponibile perché superata, fuori corso, obsoleta. Il libro è ricordato anche senza mai essere letto integralmente o addirittura mai aperto: in pochi hanno effettivamente letto nella totalità la Bibbia, il Corano o il Kamasutra, eppure chiunque pretenderne di conoscerne il contenuto, proprio perché la loro capacità di comunicare non è obsoleta e continua ad affascinare.
Menzioni doverose nel campo ingegneristico del concetto di obsolescenza in letteratura si ritrovano nel periodo post prima rivoluzione industriale, ad esempio in Dickens, che addirittura addita il progresso stesso come obsoleto in quanto peggiorava la vita delle persone denunciando le condizioni scandalose del popolino nell'Inghilterra a lui contemporanea (basti pensare alle workhouses in Oliver Twist o le città surreali descritte in Hard Times), creando un'utopia retroattiva idealizzando la vita rurale. 

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Sintesi finale

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