mercoledì 15 aprile 2020

Platone

#Step08
Platone






Platone non parlò di Obsolescenza direttamente, occorre dunque forzare il concetto in alcune sue sfumature. Tra le sue significanze più late c'è anche quella legata al concetto di ricerca continua del migliore, aspirazione a ciò che non si possiede e a un miglioramento.
Visto in questa nuova luce, si può leggere l'amore platonico come continua ricerca del sapere, che è proprio della sola divinità, dovendo cercare ciò che gli sfugge e senza esserne mai sazio, così come l'amante.
Si cela dietro questa tensione alla conoscenza, l'intero concetto di filo-sofia, amore verso il sapere, ponendo Amore come un intermedio tra l'uomo e la divinità, definendolo, nel "Simposio", sete di bellezza e di bontà che unito ad Eros, desiderio (e non a Bellezza), porta dall'ignoranza e dal mondo sensibile, fino ad aspirare alla sapienza e al soprasensibile, che racchiude in sé la metaempirica Bellezza, giacché i greci associavano il Bene al Bello, nel noto concetto di "kalokagathia".


Abbietto è l'amante volgare, innamorato più del corpo che dell'anima: non è un individuo che resti saldo, come salda non è nemmeno la cosa che egli ama. Infatti quando svanisce il fiore della bellezza del corpo del quale era preso "si ritira a volo"  ad onta dei molti discorsi e delle promesse. Chi invece si è innamorato dello spirito quando è nobile resta costante per tutta la vita perché si è attaccato a una cosa che resta ben salda. Il nostro costume esige dunque che costoro vengano ben provati e che a questi si dia compiacenza, e quelli invece vengano rifuggiti.

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Sintesi finale

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