Step#01
Obsolescenza
Veloci, più veloci, chi resta indietro è perduto, inefficiente, invalido.
Veloci, più veloci, il mondo cambia lingua e noi non parliamo quel gergo
Veloci, più veloci, aggrappandosi sempre al punto più in alto possibile,
Veloce, più veloce, perché quella parete che scaliamo continua a franare.
Veloce, più veloce, insaziabile, perché raggiunta la vetta sei già secondo.
Veloce, più veloce, rassegnazione è morte tumulato da un presunto futuro.
OBSOLESCENZA è un concetto più ampio rispetto a quello per cui questo termine viene abusato, ovvero l’obsolescenza programmata in tecnologia. Inteso in senso lato, effettivamente, è più una condizione personale di inadeguatezza sempre più marcata nei confronti di una visione globalizzata del mondo odierno, che non è più a misura d’uomo ma con cui l’uomo deve misurarsi. Per non ritrovarsi in una condizione di asservimento totale e incondizionato a ciò che invece si tentava di cavalcare, occorre talvolta rallentare e coltivare la propria crescita personale, fattore indispensabile per trovare le motivazioni atte a continuare la corsa alla vetta non ricadendo in un nichilismo esistenziale. Al contrario di una macchina, progettata per diventare obsoleta ed essere cambiata, l’essere umano rimane tale e non ha soluzione all’infuori di un’elevazione personale, da una parte per non essere tumulato e dall’altra per essere in grado di ritrovare in sé stesso le motivazioni per riprendere la corsa. Del resto, rinunciare a correre sarebbe vivere a metà o morire prematuramente, rifugiandosi in un atteggiamento cinico e alienandosi dal mondo frenetico ponendosi alla realtà come un moderno Socrate Pazzo (il celebre Diogene).
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